Questo post è stato pubblicato su Pulse in Linkedin il 31 dicembre 2014
Siamo giunti alla fine del 2014, tempo di previsioni, buoni propositi, ma anche di qualche dubbio.
Cosa sarà della nostra professione nel 2015? Cosa faremo, noi, che abbiamo l’ambizione di lavorare sul web, scrivere, fare blogging ed aiutare le aziende a proporsi on line?
Da qualsiasi parte ci si rivolga arrivano notizie per nulla entusiasmanti circa la precaria situazione economica del nostro Paese, la difficoltà per aziende e professionisti e, diciamocelo, le risposte che ci aspettavamo dal Governo tardano ad arrivare, o non ci piacciono affatto.
Sarà il 2015 l’annus horribilis delle p.iva? E cosa ne sarà di una delle categorie più tutelate (solo per l’immaginario comune, ormai) quella dei lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato?
Personalmente posso dire che, mai come in questo momento, mi sono sentita decisamente attuale, sul pezzo, pertinente.
Già, perché proprio in questa fine 2014 ho passato la barricata. Da lavoratrice dipendente ultra quarantenne, a tempo indeterminato, quindi a pieno titolo apparentemente super protetta dalle normative in ambito lavorativo, mi sono trovata in due ore ad ingrossare le fila dei disoccupati italiani.
Cos’è accaduto?! In base alla legge Fornero la società per cui lavoravo, e dalla quale, nonostante i miei tanti interessi e progetti, percepivo la quasi totalità del mio reddito, mi ha comunicato l’intenzione di procedere al mio licenziamento per ‘chiusura ufficio ed esternalizzazione delle attività ivi svolte’. Con effetto immediato.
Ecco quindi che, dalla consegna della lettera di licenziamento alla definitiva uscita dall’azienda sono passate due ore. Punto. E a capo.
Tralascio i risvolti tecnici, la modalità scelta, tralascio anche gli aspetti che impattano sulla mia persona e sulla mia famiglia, quelli psicologici e di riorganizzazione di una vita. Oggi vorrei concentrarmi sui fiumi di inchiostro e sulle migliaia di parole che abbiamo speso ultimamente sull’argomento lavoro e articolo 18.
Per quanto riguarda la mia esperienza, posso dire che in un qualsiasi momento e qualsiasi contratto lavorativo abbiate, se l’azienda valuta di dover tagliare il personale trova, nella nostra normativa attuale, e a maggior ragione ora, con il Jobs act appena varato, la modalità per farlo.
Questa nuova normativa andrà innegabilmente ad impattare non solo nella vita lavorativa di tanti giovani che si stanno affacciando sul mercato del lavoro, ma anche su persone che come me non rientrano più nella categoria di giovani lavoratori, ma non possono nemmeno pensare di ritirarsi dal mondo lavorativo. E non vogliono farlo. Non parliamo poi di freelance e partite iva.
Ora, le norme e i cambiamenti del Jobs act ci arrivano a spizzichi e bocconi, piene di contraddizioni e cariche di dubbi. Leggendo il testo originale pubblicato in questi giorni sui principali media, ho trovato assolutamente difficoltosa la comprensione del decreto che implica una conoscenza approfondita della normativa precedente, in quanto i vari articoli rimandano a modifiche di altri articoli, comma e addirittura singole parole della stessa.
Quindi sapremo più avanti, sulla nostra pelle, quelle che saranno le reali implicazioni del testo sulla nostra vita lavorativa.
Nel frattempo siamo (quasi, sicuramente, forse) sicuri di una cosa. Questo decreto legge non riguarderà i dipendenti pubblici. Ancora una volta, per loro, vince il rassicurante, super tutelato, status quo.
Io invece sono sulla cresta dell’onda.
Ad un mese dall’accaduto, è giunto il momento di chiudere definitivamente il cerchio e fare le mie considerazioni di fine anno.
Lo spirito positivo non è mai venuto meno, anzi credo fermamente che mi sia stata offerta una grande opportunità per concretizzare quanto ho imparato in tutti questi anni di lavoro; il momento di mettere a frutto competenze ed esperienza in autonomia e per qualcosa di unicamente mio.
Sono convinta che i tempi siano maturi, che le aziende debbano considerare il web come una strada da percorrere necessariamente, facendosi accompagnare da professionisti. E’ il momento per blogger e social media marketer di studiare strategie comuni per avere ‘peso’ sul mercato e creare collaborazioni di valore.
Il momento in cui l’atteggiamento positivo e il coraggio faranno la differenza.
Alla faccia (noi si possiamo dirlo) dei tanti gufi vestiti da salvatori della patria.
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