L’ultimo proposito che mi ero prefissata per il 2015 era quello di non scrivere un post di buoni propositi per il 2016.
Per tutta una serie di motivi mi sembrava una forzatura, la mia vita è già stata rivoluzionata non una, ma più volte, pensare ad un banale cambiamento mi sembrava un passo all’indietro. Resto assolutamente convinta che, se davvero una persona volesse cambiare qualcosa nella sua vita, non avrebbe senso aspettare il primo gennaio.
Ma, come spesso accade, dieta e buoni propositi sembrano nati per rimanere solo intenzioni, quindi, dopo aver letto tanti post di buoni propositi altrui, mi è venuta voglia di raccontarvi anche i miei.
Dove eravamo rimasti?! Ah si, lo scorso anno vi raccontavo il mio piano B, oggi vediamo com’è andata e facciamo una lista di intenti, anzi meglio, di parole che, spero, descriveranno il mio 2016.
Il 2015 è stato prima di tutto un anno di profondo cambiamento professionale, con un impatto importante sulla qualità della mia vita.
Quindi, la parola che farà da leitmotiv per l’anno a venire sarà proprio QUALITA’.
Come vi dicevo, il fatto di avere scelto una strada da libera professionista, dopo lo scossone della perdita del mio posto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, mi ha permesso di migliorare in modo sostanziale la qualità della mia vita.
Il 2015 è stato un anno di passaggio (il test lavorativo vero, probabilmente, avverrà quest’anno) che mi ha comunque permesso di conoscermi meglio anche dal punto di vista dell’organizzazione quotidiana. In effetti ho lavorato e studiato, ho fatto tante cose, riuscendo a ritagliare spazi per me e per la mia famiglia, rilassarmi (sempre) e vivere senza stress.
Inizialmente ero un po’ preoccupata, dopo più di 20 anni di lavoro come dipendente, temevo di non farcela a gestire una vita lavorativa autonoma, invece è stato tutto molto naturale.
Mi sono imposta delle regole, degli orari definiti, che potevo gestire non solo in base agli impegni ma, spesso, anche….in base alle condizioni metereologiche.
Come diceva Marco Montemagno in uno dei suoi ultimi video, ho abbandonato il concetto di posto di lavoro per abbracciare totalmente quello di acquisizione di competenze e compenso a fronte di una attività svolta.
Qualità della vita quindi, ma anche qualità del tempo che dedico al lavoro e agli altri, qualità degli eventi ai quali scelgo di partecipare, qualità dei progettiche andrò a realizzare, qualità dei partner e delle persone che frequento. Qualità dei rapporti e degli incontri.
QUALITA’.
Un altro concetto che ho elaborato nel corso del 2015 è quello del PENSIERO POSITIVO RAGIONATO.
Quando si parla di pensiero positivo, siamo tutti d’accordo nell’affermare che è fondamentale per dare un indirizzo sano e concreto al nostro agire e progredire. Sono una convinta sostenitrice del pensiero positivo, in questi ultimi anni ho cercato di applicare tanti insegnamenti che ai più potrebbero sembrare eccentrici, e che mi hanno aiutata in modo decisivo a continuare la mia strada anche quando tanti altri avrebbero mollato. Per questo ho sviluppato una capacità critica che mi aiuta a capire se la positività che vedo in alcune situazioni è autentica oppure un patetico scimmiottare atteggiamenti alla moda.
Vi posso assicurare che, tante delle affermazioni, citazioni, frasi ad effetto, addirittura seminari che vedo, sento, leggo, partecipo sono il trionfo della fuffa.
Vuoi che creda al tuo pensiero positivo? Sei tu che devi viverlo per primo, senza infrastrutture, inutili spessori di ipocrisie, mielose frasi fatte e finti interessamenti.
Il web è una cosa meravigliosa anche perché l’autenticità prima o dopo paga.
Ecco quindi il pensiero positivo ragionato. Credere in quello che si fa, avere ancora la voglia di cambiare le cose ma con pacatezza. Ritornare a fare, con quel giusto senso critico per calibrare positività e oggettività dei fatti, senza perdere l’entusiasmo ma con i piedi ben saldi per terra.
E dico questo con cognizione di causa.
Il 2015 mi ha vista Digital Champion. Entusiasta del progetto, ho preso atto di alcune zone d’ombra nell’organizzazione. Ne ho parlato nel post Crescita digitale: una comunicazione che frena la cooperazione, di cui vorrei riproporre questo passo
“Da (ex) digital champion ho guardato con profondo fastidio le polemiche che si sono accavallate, nel corso dell’anno ormai passato, intorno alla nostra associazione. Non tanto per l’attacco al movimento, credo di essere abbastanza onesta per ammettere che, si, ci sono state delle zone d’ombra da chiarire, quanto per la spiacevole sensazione che si stessero sprecando energie (tante) altrimenti utili per realizzare quello che, un po’ tutti, dichiaravamo come nostro obiettivo. Un vero, concreto, necessario passaggio al digitale per il nostro paese.
Vedere tante persone preparate, le più preparate che abbiamo su questi argomenti, azzuffarsi e giocare agli schieramenti con i rispettivi soldatini di piombo (ma tu sei un Digital Champion o un Digital Minion?! così tanto per capire se ti devo accettare o no), per poi accorgersi che, forse, è stato
solo un modo per mettere dei paletti e per mantenere, comunque, ognuno una prelazione sul proprio orticello, beh, è stato triste.”
E poi Crowdknitting. Un progetto partito nel 2012, sfociato nella costituzione di una società, che si è concluso quest’anno con la chiusura. Un pezzo di cuore, notti di lavoro e sogni, entusiasmi, speranze. Poi la realtà, la burocrazia, qualche intralcio inaspettato, errori e, probabilmente, meno sicurezza e coesione di quella che avevamo previsto. Potrei scrivere tanto di questa esperienza.
Lo farò a bocce ferme.
Un’altra parola importante quest’anno sarà SCELTA.
Ci meritiamo di poter scegliere. E puoi scegliere se hai la consapevolezza di aver qualcosa di speciale da offrire, se le tue competenze sono solide, se credi che ci sia sempre qualcosa da imparare, ma anche che nessuno può sfruttare le tue capacità con la convinzione che tu, per il fatto di essere autonomo o freelance, non possa permetterti di rinunciare ad un progetto.
In questo 2015 mi è capitato di accettare di svolgere attività ad un costo minore di quanto avevo chiesto, progetti che non mi portavano benefici diretti, e l’ho fatto per paura. Paura di essere considerata choosy o ‘rigida’, paura di perdere collaborazioni che avrebbero potuto portare chissà che opportunità. E nella maggior parte dei casi, queste situazioni hanno portato insoddisfazione e la classica frase ‘se lo avessi saputo non avrei accettato’.
Bene. Adesso lo so.
LESS IS MORE
Ho già iniziato a farlo nel corso di quest’anno e ho scoperto di ‘avere’ più di prima. Una delle maggiori paure di pensarti lavoratore autonomo è quella di non riuscire a far fronte alle necessità, prima di tutto a quelle economiche.
Poi ti accorgi che, tanto di quello che in altri contesti ritenevi indispensabile, era solo un palliativo per allontanare l’insoddisfazione che colmava giornate lavorative povere di valore. La libertà ti permette di avere meno necessità, e di godere di quello che realmente ti serve.
Eliminare il superfluo anche nei rapporti, tutte quelle situazioni che ti tolgono tempo ed energia. Gli eventi ‘imperdibili’ e super prezzolati, i post a tutti costi per ogni cosa che accade. Quest’anno anche no.
FELICITA’
Nessuna parola contiene il suo significato meglio di questa.
Siate felici veramente.
Buon 2016.
Ti auguro tutta la felicità possibile per il tuo 2016. Sei una professionista preparata ed entusiasta di quello che fai, è stato bello averti come collega nel 2015 e spero che nel 2016 avremo ancora tante occasioni di lavorare assieme. Ti auguro il meglio Cristina!
Grazie Elena, ci sentiamo presto!