
Immagine: http://www.mobiledonky.com/blog/how-beacons-can-transform-the-visitor-experience-for-tourists
I giorni 1 e 2 aprile si è svolta l’ottava edizione di Smau Padova 2015, due giorni di workshop e l’occasione per tante imprese di incontrare e acquisire nuove idee, progetti e partner strategici.
Quest’anno ho partecipato a questo appuntamento con il cappello di Digital Champion, all’interno della Digital Champions Academy, un’area dove i Digital Champion del territorio presenteranno progetti di innovazione digitale applicati al turismo, ai trasporti e alla digitalizzazione dei piccoli comuni.
In questo contesto ho presentato un progetto che sto realizzando per l’Unione Comuni della Valbrenta: l’introduzione della tecnologia Beacon per la promozione territoriale.
Innanzi tutto, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza e distinguere tra tecnologia iBeacon e dispositivi Beacon.
La tecnologia iBeacon è uno standard di Apple che può avere una vasta scelta di applicazione, dal retail all’Internet of Things. La Apple la definisce “una nuova classe di trasmettitori a basso consumo e a basso costo che possono notificare a un vicino dispositivo IOS la loro presenza”.
In effetti il significato di Beacon in inglese è ‘faro’, da qui l’idea che i Beacon, come dei fari appunto, guidino l’utente in uno spazio ben definito.
Utilizzando la tecnologia Bluetooth di ultima generazione (Bluetooth Low Energy) il dispositivo Beacon può collegarsi con uno smartphone che si trovi nelle vicinanze (da pochi centimetri ad una distanza di circa 80 metri) e, tramite un’app specifica, comunicare all’utente informazioni circa un prodotto, uno o più oggetti, o il territorio con il quale interagisce.
I dispositivi Beacon sono quindi piccoli dispositivi Bluetooth che, trasmettono segnali radio a basso consumo e a corto raggio inviando notifiche personalizzate agli utenti, mentre camminano all’interno di un museo, uno spazio culturale o un determinato spazio territoriale.
Ed ecco che arriviamo al punto del progetto Unione Comuni Valbrenta; l’idea è quella di posizionare i dispositivi Beacon in determinati punti del territorio e creare percorsi multimediali per i visitatori, arricchendo la loro esperienza relativa la percezione del territorio stesso. Le applicazione possono essere molteplici, dalla guida multimediale per la scoperta culturale del territorio, all’app comunale che condivida contenuti educativi e ludici, e all’interno dei musei per rendere l’arte più partecipativa, fino all’applicazione della realtà aumentata sui siti di interesse storico culturale.
La sfida sarà trasformare il reale in un nuovo canale di comunicazione digitale, dove i contenuti possono essere aggiornati e modificati in ogni momento, e con facilità, all’interno di una piattaforma user friendly.
Pur trattandosi di azioni push, questa modalità di interagire con l’utente può essere vista come una vera e propria rivoluzione in ambito comunicativo, in quanto determina che dispositivi tecnologici di uso comune, come gli smartphone, possano diventare una nostra estensione a tal punto da guidarci nella conoscenza.
Forse può spaventare. Questo articolo è indicativo di un uso improprio del proximity marketing e dei Beacon ma, come per tutte le cose, la modalità di utilizzo (il buon senso) e la conseguente volontà dell’utente, faranno la differenza.
Articolo interessante che spiega in modo semplice la tecnologia realizzata da Apple. Se può essere d’aiuto, il team Near ha realizzato un applicazione Web e Mobile (per il momento solo iOS ma presto anche per Android) per poter realizzare soluzioni, definite da noi, di C.M.B.S. (Content Management Beacon System). La soluzione si chiama appunto near. Tutte le informazioni si possono trovare a questo indirizzo .