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Se tutti possono vedere le manovre concrete per mezzo delle quali uno vince, nessuno può vedere il grande disegno per mezzo del quale la vittoria si realizza

Sun Tzu

 

Inevitabile. Ormai l’ha capito anche il direttore più dispotico. Per far sopravvivere la tua azienda devi abbracciare la cultura digitale.

Lo spiega splendidamente Rosa Giuffrè nel suo ‘Cambia testa e potenzia la tua azienda con la cultura digitale’ (che ormai sto citando come se non ci fosse un domani) dove riporta anche qualche succulento aneddoto di vita aziendale, nei quali, chi ha un minimo di esperienza d’ufficio, non può che riconoscersi.

In qualsiasi caso, oramai tutto spinge, accompagna, suggerisce con una certa enfasi che, si, caro imprenditore, è arrivato il momento di accogliere la cultura digitale all’interno della tua azienda.

Ma questo cosa significa concretamente?

Forse qualche riunione in più con i collaboratori per condividere gli obiettivi aziendali? Certo!

Rivedere le presentazioni dei prodotti per renderle più accattivanti, social, condivisibili, aggiungendo qua e là qualche frase di guru della motivazione? Anche!

Aprirsi alla condivisione attivando qualche profilo sui social network? Direi di si!

Bene. Ripartiamo dall’inizio, perché siamo scivolati precipitosamente dai buoni propositi ai risultati ideali.

Invece, tra il dire e il fare ci sono di mezzo (almeno) due condizioni imprescindibili: reputazione e formazione.

Se all’ultima email del responsabile marketing (al quale hai rifiutato un incontro perché sei troopppo impegnato), che cercava di spiegarti la nuova tendenza per le aziende, sempre più indirizzata al digitale e alla cultura della condivisione, hai dato una risposta al vetriolo che suonava pressappoco così “se la tendenza è quella di mettere in piazza i nostri affari io NON ci credo e NON ci sto”, allora dicevo, caro imprenditore, hai un problema.

Si, perché, senza voler minimamente discutere il tuo merito per aver fatto crescere, guidato, creduto nella tua azienda per tanti anni, affrontando e superando tante difficoltà, adesso è arrivato il momento di dimostrare concretamente, e non solo a parole, che il cambiamento è arrivato.

E, forse, per dimostrarlo, tu dovrai fare un passo indietro.

Tutto dipende da come ti sei posto, negli anni, all’interno dell’azienda nei confronti dei tuoi collaboratori, clienti e fornitori. E’ una questione di reputazione.

Fermo restando che ogni imprenditore, nell’arco della sua vita professionale può trovarsi costretto a dover fare delle scelte non condivisibili da parte di tutte le persone che compongono il suo team, se l’approccio abituale tenuto in azienda è stato di rispetto per le persone, di confronto e non di imposizione, di legittimo controllo privo però di atteggiamenti accusatori, di ricerca del bene per l’azienda e non di capri espiatori, allora sarai già sulla buona strada.

Se, contrariamente, avrai seminato autentico terrore, trattato per anni i tuoi collaboratori come dei sudditi da comandare con il bastone e la carota, se avrai tramato, approfittando delle debolezze umane per creare divisione, se sarai stato arrogante e vendicativo, allora nessuna nuova slide, nessuna frase ad effetto, nessun libro o corso innovativo potrà renderti credibile.

La strada per risalire la china della credibilità sarà lunga ed impegnativa. Sei sicuro di essere abbastanza motivato per riuscirci? Sei sicuro che i tuoi più stretti collaboratori lo siano?

Da questo potrebbe dipendere il successo o l’insuccesso dell’introduzione della cultura digitale all’interno della tua azienda.

Quindi, non esitare, caro impreditore, cerca chi può darti una mano. Chi ti può affiancare in questo compito, chi può prepararti e preparare i tuoi collaboratori ad affrontare questa nuova sfida, perché ha le competenze, la sensibilità per cogliere il valore di ogni singolo aspetto della tua realtà e la capacità di sapersi mettere da parte quando sarà arrivato il momento, per te, di farlo in autonomia.

Il tuo atteggiamento sarà decisivo e tu lo hai capito. Ne sono sicura.

 

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