Se lavori nel web e ti occupi di social media marketing, in questi giorni, non puoi trastullarti ad intagliare zucche.

Ti sarai sicuramente già sentito dire che la connettività, così pervasiva nella nostre vite, ha già trasformato molti di noi in zombie.

Viviamo nel continuo controllo dei nostri smartphone, monitorando costantemente le newsfeed di Twitter, Facebook, Google e LinkedIn.

Sia ben chiaro, non amo i film horror. Quelli di zombie poi, mi danno il voltastomaco. Mi sono molto più simpatici vampiri e lupi mannari e, diciamocelo, sono decisamente più glamour. Con il vantaggio che, si rischia di essere masticati un po’ ma non di dover vivacchiare per l’eternità nutrendosi di rifiuti e seminando pezzi di sè (bleaahh) in giro.

Ma non divaghiamo, oggi è Halloween…tutti siamo un po’ zombie a modo nostro!

E sui social se ne incontrano eccome!

Giusto per entrare nello spirito di questa giornata, mi sono divertita a descrivere 3 Social Media Zombie Personas.

Tu quale sei?

Lo sciame

Se vogliamo proprio avere un film di riferimento sarà World War Z, dove un Brad Pitt che si difende benissimo, salva il mondo da vere orde di zombie.

social-media-zombie

Caratteristiche: comportamento a sciame insettoide, engagement per catturare vittime e diffondere l’infezione

Come un virus che trasforma in morti che camminano, per questo tipo di zombi non si riesce a capire l’origine del focolaio. Non ci è noto dove nascano questi assembramenti che distruggono intere città e, in massa, infettano e avvolgono tutto quello che incontrano. Se malauguratamente vieni morso, ti trasformi immediatamente in uno di loro e sviluppi subito una mentalità da sciame.

Questa particolare tipologia di zombie puoi trovarla tra le schiere di fan delle ormai numerosissime popstar, oppure in alcuni gruppi Facebook che tratta di prodotti handmade. Cercheranno in ogni modo di infettarti. Ogni. Singolo. Giorno.

Puoi riconoscerli dal loro inossidabile senso di lealtà alla causa (almeno fino a che non accade l’irreparabile, poi diventano i suoi più acerrimi nemici). Attenzione a questi sciami di zombie, stanne alla larga, evita la loro ira e di farti coinvolgere nelle loro discussioni. Difficilmente ne uscirai indenne.

I rabbiosi

IL film di riferimento sarà 28 giorni dopo, dove un virus che trasforma le persone in zombie rabbiosi, si diffonde quando uno scimpanzé infetto morde un attivista per i diritti degli animali che sta cercando di liberarlo da un laboratorio. Da quel momento il soggetto infetto, non si fermerà di fronte a nulla.

28giorni-social-media-zombie

 

Caratteristiche: fortissimi, resistenti, rabbiosi in modo incontrollabile.

Il virus è così potente che una sola goccia di sangue contaminato può trasformare i colpiti in pochi secondi. I vasi sanguigni in tutto il corpo si rompono, e la rabbia prende il sopravvento. Orribile, vero?

La vita di un community manager può essere così tutti i giorni. I troll sono ovunque intorno a noi. E la loro attività preferita è far partire flame su siti, social e blog, dove deliberatamente provocano i lettori con risposte aggressive, interrompendo le conversazioni e  scatenando il caos.

Evita i troll, e gli zombie rabbiosi, con lo stesso livello di cautela.

I morti che camminano

Il film di ispirazione potrebbe essere La notte dei morti viventi, dove cadaveri redivivi, con movimenti lenti ed impacciati, ma costanti ed insistenti, attaccano gli uomini per nutrirsi della loro carne e contagiarli.

notte-morti-viventi-social-media-zombie

Caratteristiche: resistentissimi (e chi li uccide?!) perdita delle funzioni cerebrali, movimento impacciato e dinoccolato, immortali e  con la continua necessità di nutrirsi (preferibilmente del loro vicino).

Dal film non si capisce benissimo quale sia l’avvenimento scatenante del virus (forse l’anno in cui è uscito, il 1968, può essere una ragione plausibile), in qualsiasi caso, attenzione, basta un morso per esserne infettato, morire e risvegliarti come un non-morto. Sono i più classici degli zombie, lenti, dinoccolati, estremamente pericolosi e…escono da ogni dove.

Li incontri per strada, ma anche a tavola, hanno movimenti lenti, fissano i loro smartphone con sguardi assenti.

Al di fuori dei social, basta guardarsi intorno per vedere persone che si adattano a questi profili.

Potrebbe essere il ragazzo seduto accanto a me al bar.

Anzi, ora che lo guardo meglio, non ha alzato gli occhi dal suo smarthphone, e mi sembra un po’ pallido…

 

Pin It on Pinterest

Shares