Content Marketing is king.
Quante volte abbiamo letto questa frase da quando, nel lontano 1996, Bill Gates ha utilizzato per la prima volta queste parole per focalizzare l’importanza dei contenuti di valore per il marketing online?
Da allora sono passati quasi vent’anni e il Content Marketing, pur mantenendo il significato originale basato sulla creazione di contenuti di qualità da condividere, e tramite i quali creare relazioni coinvolgenti, portando valore all’utente e successo misurabile ai brand, ha raccolto negli ultimi tempi parecchi giudizi critici.
Abbiamo già detto che, se consideriamo il content marketing solo ai fini del posizionamento, scrivendo contenuti esclusivamente per i robot, stiamo andando fuori strada, in quanto i motori di ricerca stanno affinando i loro algoritmi per renderli sempre più sensibili al significato semantico delle query di ricerca.
Seth Godin in un recente post sul suo blog si è fatto una domanda ben precisa: Google sta rendendo il web stupido?
Se il jazz è diventato tanto popolare perché un ingegnere ha inventato la radio, permettendo a questa musica di diffondersi, così come alcune aree si sono sviluppate dal punto di vista immobiliare solo dopo che sono arrivate le ferrovie e i collegamenti stradali, anche per il web le valutazioni e decisioni prese nelle stanze dei bottoni dei motori di ricerca hanno influenzato lo stare in rete di tutti noi.
Mi spiego, se Google ha definito le regole al suo interno, analizzando tutti i contenuti per valutare pertinenza e attinenza, è plausibile che il comportamento di chi pubblica contenuti web possa essere quello di assecondare il più possibile queste regole, al fine di migliorare il proprio posizionamento. Da parte sua, Google deve rispondere a logiche di mercato sempre più pressanti che lo spingono a massimizzare il proprio profitto. Ovviamente questo è comprensibile e legittimo, ma significa impostare una strategia finalizzata a valorizzare al massimo il traffico a pagamento, mantenendo comunque i fruitori all’interno dell’ecosistema Google ma, a detta di molti esperti di web marketing, abbassando lo standard dei contenuti presenti. Alcuni web marketing manager, ad esempio, studiano la strategia dei loro contenuti puntando sull’originalità e sulla viralità tramite i canali Social, in quanto dichiarano di non essere più sicuri, date le strategie adottate da Google, che i loro contenuti possano scalare la SERP organica a seguito di specifiche query di ricerca.
Oltre a questo aspetto, legato alla strategia di posizionamento dei contenuti su Google, c’è da considerare il fatto che, negli ultimi anni, abbiamo assistito alla proliferazione di contenuti, sempre maggiormente fruibili anche da mobile. Questo ha determinato la possibilità di raggiungere, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, una incredibile quantità di contenuti che, per ovvi motivi di capacità fisica e mentale, vengono percepiti con una carenza di attenzione da parte proprio delle persone a cui sono rivolti.
I social network, d’altro canto, stanno già ‘selezionando’ i contenuti da proporre ai loro utenti, apportando variazioni ai loro algoritmi, così da mettere un freno alla loro fruizione massiccia, e cercando di migliorare estetica e percezione dei contenuti proposti sulle bacheche, privilegiando quelli sponsorizzati piuttosto che gli organici.
A questo punto è d’obbligo fare una riflessione sul futuro del contet marketing.
Molto probabilmente sarà necessario uno sforzo maggiore nella creazione di contenuti migliori; più efficaci, maggiormente vissuti e sentiti dai brand, trasmessi con una modalità che veda nella dimensione emotiva ed empatica, un’evoluzione verso un nuovo corporate storytelling.
Dobbiamo sicuramente prendere coscienza che il marketing del contenuto è in continua evoluzione, e che l’innovazione costante va di pari passo con le innovazioni digitali e con le modalità di fruizione.
Si tratta di un argomento che affronterò spesso, in quanto lo ritengo di un’importanza fondamentale per proporre un content marketing che consideri le persone, come abbiamo già detto più volte, il device utilizzato e la conseguente condivisione di esperienze.
Il tema è ampio e assolutamente aperto. Mi piacerebbe leggere le vostre opinioni in merito.