Tra le molte ragioni per le quali si dovrebbe scegliere il Content Marketing, creare campagne di lead generation, migliorare la SEO, costruire una credibilità di brand, impostare strategie di lead nurturing, una NON dovrebbe mai essere considerata: “mi dicono che devo farlo”.
In alcuni casi il Content Marketing potrebbe non essere la risposta giusta per un brand, e una campagna mal gestita finirebbe per danneggiarlo, piuttosto che portare dei benefici.
Il content marketing può allo stesso tempo, e in egual misura, offrire una prospettiva interessante per prodotti e servizi, così come affossarli definitivamente, a seconda di come la campagna viene gestita.
Ecco una lista di casi in cui meglio rinunciare al Content Marketing:
#1 Quando non è chiaro a chi ci si vuole rivolgere
Il contenuto rimarrà una collezione di parole, immagini, media o video fino a quando non sarete sicuri di aver trovato il cliente ideale a cui rivolgervi.
Il primo passo è quello di identificare le buyer personas. Se avete difficoltà a definire la vostra buyer persona, allora il problema è più grande di quello che può essere affrontato dal content marketing e potrà essere risolto esclusivamente se vi concentrerete sulla produzione di contenuti pensati per il cliente ‘ideale’.
#2 Quando il lettore può rispondere “E allora?”
L’indicatore più forte del fallimento del vostro sito web è che il vostro potenziale cliente, dopo averlo letto il vostro contenuto, alle domande “Che cosa mi è servito questo contenuto? Che valore mi ha dato?” non trovi adeguate risposte. Il vostro pubblico è costantemente interrotto da messaggi di marketing, informazioni, e altre distrazioni. Il vostro contenuto vuole dare valore aggiunto alla ricerca del cliente, oppure lo lascerà a ‘bocca asciutta’, costringendolo a chiedersi cosa volevate trasmettere con il vostro messaggio? Il vostro lettore non cerca un altro elemento da aggiungere alla lista infinita di contenuti reperibili sul web, ma un contenuto che possa dare risposte alle sue domande. Se non riuscite a focalizzare questo, avete già perso la partita rispetto alle migliaia di contenuti presenti in rete e rischiate che il vostro lettore si chieda “E allora?” e, soprattutto, passi oltre.
#3 Quando il contenuto è trasmesso come un annuncio
E’ un errore facile da fare, soprattutto quando si è sotto pressione e si crea un contenuto con l’obiettivo di convertire subito con una vendita. Il rischio è perdere la fiducia del potenziale cliente, far percepire negativamente il vostro brand e dare l’impressione di avere, in qualche modo, ‘ingannato’ il visitatore facendogli perdere tempo prezioso. Questo non significa che il Content Marketing non debba avere un obiettivo di vendita, anzi. Ma ci si dovrà arrivare seguendo precisi step, consentendo al potenziale cliente il passaggio attraverso un percorso ben preciso; conoscenza della personalità del vostro brand, misurazione delle informazioni che rilascerete, idee e contenuti offerti, tutto questo per conquistare la fiducia del potenziale cliente anche in termini di valore dei prodotti che proponete.
#4 Quando non si identifica chiaramente la call to action
Fermo restando che l’obiettivo è fornire contenuti di qualità, utili al vostro potenziale cliente, dovrete aver chiaramente delineato lo step successivo. Quale azione chiedere al visitatore? Questo significa avere chiara la call to action che andrete ad impostare; vorrete indirizzarli verso una landing page di informazioni dettagliate? Chiederete di lasciare i dati per una newsletter? Senza la chiarezza relativamente alle azioni da richiedere e agli obiettivi da raggiungere, i vostri contenuti saranno fine a se stessi. E lasceranno il potenziale cliente solo, disorientato. Non volete questo, vero?
#5 Quando non è previsto un sistema di monitoraggio delle azioni e misurazione risultati
Ma dove vai se il controllo non ce l’hai?!
Inutile impostare una campagna di content marketing se non siete in grado di tracciare, monitorare e misurare i risultati delle vostre campagne. Il content marketing non è un’attività fine a se stessa. Per risultare efficace dovrà essere inserito in una strategia condivisa da tutte le aree aziendali ed avere un costante monitoraggio delle azioni effettuate dai vostri potenziali clienti. Un ciclo preciso di passaggi che parta dai contenuti, per spostarsi sulle attività assegnate alle risorse, fino alla chiusura e alla fidelizzazione del cliente.
Siete d’accordo?
#6 Quando il team di vendita non è formato sugli step del Content marketing nel processo di vendita
Inutile illudersi di poter impostare una strategia di content marketing coinvolgendo solo una parte dell’azienda. Se è questa la vostra intenzione fermatevi un attimo a riflettere. Se ritenete sia arrivato il momento di approcciare il content marketing dovrete essere consapevoli che si tratta di una scelta che dovrà necessariamente coinvolgere tutta la vostra azienda. E i venditori, in particolare, dovranno aver chiaro che il content marketing stravolge le logiche della vendita tradizionale; il potenziale cliente arriverà al venditore alla fine di un ciclo ben preciso e si aspetterà un approccio coerente con il suo percorso. Se un potenziale cliente è arrivato alla fase di chiusura, dopo aver apprezzato il vostro contenuto, aver deciso di effettuare l’azione richiesta con la call to action, avervi dato fiducia accettando/richiedendo un contatto commerciale, probabilmente, arrivato al momento della decisione, si aspetta che il venditore sia all’altezza dell’intero processo, non un lupo affamato in attesa di saltare alla gola della preda. Trasparenza, affidabilità, chiarezza, disponibilità anche, e soprattutto, nel post vendita: queste le doti caratteristiche dei venditori coinvolti nelle strategie di content marketing.
Tutto questo vi suona familiare?
Se durante la lettura di questo post vi siete identificati in una o più di queste situazioni, beh, non arrendetevi.
Qual’è il modo per cambiare verso?
Leggete, informatevi, cercate di capire l’importanza del content marketing e quello che potrebbe essere il vero valore aggiunto per la vostra azienda. Analizzate la vostra realtà, individuando i punti di forza e quelli di debolezza, chiarite prima di tutto internamente chi siete, cosa fate, come lo fate e perchè dovreste comunicarlo. Siate obiettivi e pragmatici. Coinvolgete i vostri dipendenti, identificate una squadra dedicata a questa attività ed iniziate a lavorare sulla formazione.
Vedrete che tanti nodi si scioglieranno, tanti dubbi troveranno risposte e capirete le potenzialità del content marketing.
Infine, il mio consiglio è di affidarvi ad un professionista. Perchè se la formazione e la comprensione di logiche e concetti è basilare per parlare tutti la stessa lingua e per valutare l’impegno da dedicare, non così immediata è la strategia da applicare, la modalità con la quale mettere in ordine gli step da seguire, l’organizzazione dei contenuti e la strategia di condivisione. Insomma, affidatevi a qualcuno che vi aiuti a dosare al meglio gli ingredienti.
E voi, in che fase del percorso vi trovate? Pensate che il content marketing possa essere applicato alla vostra azienda o credete sia meglio chiarirsi ancora un po’ le idee?
Ciao Cristina,
Stavo cercando come fare per iniziare a lavorare anche on line, e ho trovato questo tuo articolo. È molto interessante e mi riprometto di rifletterci su.
Ma sappi che la prossima volta che ti vedo potrei anche importunarti con una serie di domande!!
Cara Silvia, che piacere leggere un tuo commento. Ma se invece di aspettare di vederci, ci sentissimo direttamente? sarò felice di rispondere alle tue domande! Chiamami! 🙂