In questi ultimi giorni ho trascurato il blog e non sono stata molto attiva sui Social.
A mia parziale discolpa, posso dire di aver lavorato parecchio per chiudere alcuni progetti, iniziato almeno un paio di presentazioni per corsi che terrò, oltre che partecipato attivamente ad alcuni corsi che sto seguendo come ‘studente’.
Tra tutto questo, sono stata felicissima di essere stata presente, lo scorso venerdì 19 febbraio all’incontro SEO&LOVE, dove ho avuto modo di incontrare di persona tanti social amici e che, oggi, prendo come spunto per fare una riflessione proprio sul futuro della SEO.
Quello che mi sembra di aver percepito, dalle presentazioni dei colleghi che sono intervenuti all’evento come relatori, è che l’evoluzione e i cambiamenti che abbiamo visto fino a questo punto relativamente alla SEO, sono nulla a confronto a quello che ci aspetta nei prossimi mesi/anni. Siamo nelle fasi iniziali di una nuova era relativamente la search, un’epoca legata strettamente a modelli più sofisticati, quali le ricerche mobile, social e vocale.
E, forse per la prima volta, non si tratta solo di aggiungere nuovi capitoli alla nostra strategia SEO, ma di creare interi nuovi scenari. Finora la strategia SEO ha prevalentemente ruotato attorno ai motori di ricerca basati su browser, o meglio, è stata quasi esclusivamente condizionata da Google e dai suoi algoritmi. Dobbiamo però prendere atto che nuovi universi di ricerca stanno prendendo forma al di fuori della finestra del browser.
In alcuni di loro le regole per l’ottimizzazione devono ancora essere definite.
3 modelli di ricerca emergenti che stanno cambiando il volto della SEO
1) Ricerca mobile
Non diciamo più niente di nuovo quando affermiamo che, ormai, la parte del leone per quanto riguarda l’utilizzo del web, la fanno i dispositivi mobili. Secondo le ultime stime, 3,79 miliardi di utenti unici al mondo utilizzano dispositivi mobile, pari al 51% di penetrazione globale. Si tratta di una cifra sensazionale che porta esperti come Benedict Evans a dichiarare:
Dobbiamo smetterla di parlare di internet ‘mobile’ e internet ‘desktop’. È come parlare di TV ‘a colori ‘, in contrapposizione a ‘TV in bianco e nero’. Non ha più senso. Internet è mobile.
Secondo uno studio della Forrester Reasearch, si scopre che l’85% del tempo che passiamo sugli smarthphone viene impiegato utilizzando applicazioni. In realtà appena una manciata di applicazioni. Quindi, se l’attività internet sta crescendo su smartphone, e l’attività smartphone è prevalentemente l’utilizzo di applicazioni, che cosa significa per i motori di ricerca?
Source: forrester.com
Significa che, se la fruizione di contenuti avviene all’interno di applicazioni, difficilmente quindi controllabili dai motori di ricerca stessi, né ottimizzati con le modalità tradizionali dei motori di ricerca, la ricerca si sposta all’interno dell’app store per trovare applicazioni in grado di fornirci i mezzi per fruire di questi contenuti. Molto probabilmente l’interesse di chi fa SEO (ma a questo punto è più corretto parlare di ASO, App Store Optimization) sarà migliorare l’ottimizzione di ricerca delle app all’interno dell’app store.
2) Ricerca social
Qualcosa sta accadendo sui nostri canali social preferiti. Nel corso dell’ultimo anno Facebook, Twitter, Instagram, aggiungiamo anche Snapchat (ma sta a voi sbizzarrirvi), hanno rilasciato un insieme di nuove funzionalità che, nel complesso, ci forniscono l’idea del peso dei canali social.
Sicuramente sapete che su Facebook si possono fare ricerche sui contenuti, oltre che sulle persone. Si stima che tramite la ricerca interna di Facebook si effettuino circa 1,5 miliardi di ricerche giornaliere, contro le 3,5 miliardi di ricerche giornaliere di Google. E sempre più spesso queste ricerche interessano i contenuti.
Questo è interessante per almeno due motivi.
Innanzi tutto l’aspetto strategico: parlando di canali social, l’ottimizzazione può essere un gioco completamente diverso rispetto all’ottimizzazione per Google. In seconda battuta la ricerca sui social ci costringerà a rivalutare come questi canali stanno iniziando a trattare contenuti.
Noi li chiamiamo ‘canali’ social perché li abbiamo sempre utilizzati come cassa di risonanza per promuovere i contenuti pubblicati sul sito o blog, ed ottenere visitatori sui siti web. Tuttavia, nel corso dell’ultimo anno, Facebook, Twitter & company hanno modificato le loro caratteristiche per mantenere le persone il più possibile all’interno della loro applicazione, fornendo all’utente approfondimenti che non lo porteranno fuori dalla piattaforma ma lo manterranno all’interno.
Basti pensare a Facebook Instant Articles, la possibilità di leggere contenuti editoriali all’interno dell’app di Facebook, quindi senza mai atterrare sulla pagina web di una testata. Un’impennata per il traffico su Facebook e meno traffico sui siti tramite Google. A voi ogni considerazione.
3) Ricerca vocale & Personal Assistant
Negli ultimi anni abbiamo fatto la conoscenza di Siri, Google Now, Cortana, e Alexa, rispettivamente gli assistenti personali a comando vocale creati da Apple, Google, Microsoft e Amazon.
L’emergere di assistenti personali ad attivazione vocale significa, a mio avviso, un profondo interesse al rapido sviluppo di dispositivi che ci connettono ad internet a prescindere da computer o smartphone. Se il nostro accesso ad internet si diversifica, molto probabilmente anche il nostro modo di fare ricerca seguirà la stessa strada.
Ed evidentemente seguirà quella del parla come mangi, del linguaggio naturale.
Se accadrà che ci alzeremo al mattino e chiederemo al nostro assistente personale di aggiornarci circa le notizie più rilevanti, passando dal meteo al decesso vip del giorno, fino ad arrivare a leggerci le email, probabilmente l’assistente sarà abbastanza intelligente da interpretare la nostra richiesta, fatta con un linguaggio naturale, associandola ad una ricerca. Senza che per questo io abbia impostato una query, o fatto una selezione di keyword.
La nostra iper-connessione ci permetterà di poter effettuare ricerche ovunque e in qualsiasi momento, influenzando sia il volume delle ricerche che stiamo conducendo, sia la loro composizione. Inoltre le ricerche effettuate tramite assistenti personali, punteranno il focus su Contesto e Storia del ricercatore, facendo affidamento più che sui termini di ricerca espressi, sulla storia pregressa dell’utente.
In sostanza, se in passato ho visitato siti di e-commerce per cani, e ho ordinato prodotti tramite questi negozi online, la mia assistente personale potrebbe essere propositiva chiedendomi se voglio riordinare gli stessi prodotti, in riferimento allo stesso brand.
Una rete pervasiva, quindi, un contesto in cui si tende ad eliminare gli strumenti per un collegamento più veloce all’universo di internet, direttamente tramite un assistente virtuale che ci permette di eliminare la tastiera o il touch screen. Capiamo quindi perché non ha più senso parlare di query di ricerca tradizionali. Basterà chiedere “Che cosa posso fare stasera?” senza preoccuparci di cercare su Google “Locali e ristoranti zona Bassano del Grappa “
Prepariamoci ad una nuova era
Cambiamenti nel comportamento precedono sempre cambiamenti di strategia.
Senza sollevare allarmismi per nuovi scenari e proiezioni, quello che dovremmo fare è semplicemente prepararci. Anche perché la prospettiva è piuttosto chiara: il mondo della ricerca non sta finendo, si sta espandendo.
E mondi in espansione hanno bisogno di nuovi pionieri.
Tu cosa ne pensi? Se vuoi aggiungere altre riflessioni circa nuove tendenze emergenti in merito alla ricerca, condividile nei commenti.
(Crediti immagine: https://unsplash.com – João Silas)
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