Nel mio primo post vi ho parlato di diffidenza. Vi ho raccontato le paure ed i freni che ancora impediscono alle aziende di sperimentare una presenza di valore sui canali Social. Vi avevo anche promesso un post sui più diffusi luoghi comuni nati intorno all’argomento e le obiezioni che prima o poi vi sentirete fare dai manager di aziende alle quali proporrete le vostre competenze sul settore.
Vediamo insieme i più diffusi:
I Social Media fanno perdere tempo ai dipendenti
La paura dei superiori lascia il tempo che trova, ne parla oggi anche Beppe Severgnini su Italians.
Per dare qualche dato oggettivo sulla questione, vi segnalo la ricerca effettuata a livello europeo da Millward Brown, una delle più note società a livello mondiale specializzate nelle ricerche di mercato, che raccoglie la visione che hanno i manager circa i Social Media.
Realizzata in 7 Paesi europei su un campione complessivo di 2700 intervistati, di cui 305 italiani, tutti con mansioni di concetto in ruoli manageriali, sia senior (40% del campione) che junior, ha prodotto i seguenti risultati:
Il 71% dei manager senior intervistati (l’83% in Italia) usa i tool social almeno una volta la settimana, contro il 49% dei dipendenti aziendali in ruoli junior (47% in Italia). La visione degli strumenti social da parte dei manager senior appare del tutto positiva: per il 75% supportano la crescita del business, permettono la condivisione di idee e proposte tra team geograficamente distanti (79%), aumentano la produttività (76%) e rendono più rapido il reperimento di informazioni, persone e competenze (72%).
Risultati che ci presentano una valutazione estremamente positiva di questi strumenti, che già oggi consentono di raggiungere risultati in termini di maggior collaborazione, efficienza, qualità e (udite udite) produttività.
Tra i social media considerati dall’indagine si trovano Social Network molto conosciuti quali Facebook, Linkedin, Twitter e Google+, e strumenti per la creazione di reti sociali interne alle singole aziende come Chatter e Yammer.
I dati della ricerca, come per tutte le ricerche statistiche d’altro canto, vanno presi con alcune riserve; innanzi tutto perché su basano su valutazioni soggettive e sulla percezione personale relativamente l’impatto dei nuovi strumenti di comunicazione rispetto alle attività dei manager, in secondo luogo in quanto la ricerca è stata effettuata su un campione di aziende medio-grandi, quindi più aperte a sperimentare questi nuovi strumenti di connessione.
Fermo restando la regola d’oro del buon senso, quindi, i Social Network portano valore aggiunto all’azienda, aiutano i dipendenti ad attingere a nuove informazioni e, di conseguenza, arricchiscono il know how interno.
I social Media sono un rischio per la sicurezza aziendale
Obiezione molto simile alle precedente; molte aziende credono che lasciare liberi i dipendenti di utilizzare i canali Social possa, in qualche modo, mettere a repentaglio la sicurezza aziendale. La parola di troppo, il mal porsi nei confronti di eventuali commenti negativi, competenze relazionali fai date, sono in effetti rischi reali che non devono essere sottovalutati. Dobbiamo comunque prendere atto che la tendenza aziendale al controllo non può vincere la partita contro il futuro, Internet ha sconvolto gli equilibri interni alle aziende; puoi anche non partecipare al gioco ma, prima o poi qualcuno ti tirerà in ballo. Serve quindi cultura digitale e policies chiare e trasparenti sull’utilizzo di questi strumenti. Utile può essere questa presentazione, realizzata da Russell Herder e Ethos Business Law, che ci offre uno spaccato interessante circa le opinioni e percezioni sui pro e i contro espressi dai manager sull’utilizzo dei social media, oltre a suggerire consigli per lo sviluppo di politiche dedicate e sessioni di formazione ai dipendenti.
I clienti non utilizzano i Social Network
Il falso mito si commenta da sé, eppure c’è ancora chi lo sostiene. Riporto alcuni dati pubblicati sul portale PMI.it, relativamente la capacità di penetrazione dei canali Social nella vita quotidiana dei consumatori:
- su Facebook il 75% dell’engagement potenziale di un post avviene nelle prime 5 ore;
- l’avanzata degli accessi da mobile;
- la conferma che circa il 46% degli utenti web utilizza i social media per effettuare i propri acquisti;
- il 60% dei consumatori afferma che l’integrazione dei social media li rende più propensi a condividere prodotti e servizi;
- più di 2 utenti accedono a LinkedIn ogni secondo;
- il 40% del traffico di YouTube proviene da cellulare.;
- i marketers B2B che utilizzano i blog generano il 67% in più di contatti.
I Social Network non sono misurabili
Obiezione principe di tanti manager old style per ostacolare l’utilizzo dei canali Social in azienda. La misurazione del ROI (ritorno sull’investimento) è un argomento piuttosto complesso, anche se gli esperti di Social Media Marketing sono concordi sul fatto che Internet è il più misurabile dei Media. Vero è anche che, spesso, ci si deve scontrare con metriche di misurazione non del tutto condivise. Consiglio sull’argomento il libro Social Media ROI di Vincenzo Cosenza che ci offre una panoramica sulla diffusione dei social media in Italia e suggerisce strumenti per strutturare attività coerenti con strategie marketing e funzioni aziendali. Il tutto nell’ottica di migliorare il lavoro all’interno dell’azienda e scardinare proprio i preconcetti di cui stiamo scrivendo.
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