Negli ultimi mesi ho avuto modo di analizzare alcuni siti di clienti e potenziali, con l’obiettivo di ottimizzarli, rivederli o ridisegnarli completamente in ottica inbound.
Ne abbiamo già parlato in diverse occasioni, programmare la revisione o il redesign totale di un sito web non è un’attività da affrontare alla leggera, ma va ponderata e programmata come le fondamenta delle nostre attività sul web.
L’evoluzione del sito web in ottica inbound prevede il suo ruolo chiave per far crescere il business, in particolare, sarà il tuo indispensabile alleato per:
- generare contatti qualificati
- nutrire i prospect nelle varie fasi del ciclo di vendita
- curare e approfondire le relazioni con i clienti esistenti.
Tutto questo nel migliore dei mondi possibili.
Ma come la mettiamo se il tuo sito non è pensato per offrire ai visitatori la migliore esperienza di navigazione che, in ottica inbound, si traduce in un percorso che accompagni il visitatore esattamente dove può trovare i contenuti che ha ricercato e, successivamente, a compiere le azioni che vengono richieste per determinare la conversione?
Inutile ribadire che, spesso, i contenuti più efficaci del mondo si perdono nel mare magnum di un sito mal organizzato, poco intuitivo: una call to action studiata e posizionata male può condizionare pesantemente i risultati di una campagna marketing in termine di conversioni, così come un’icona ‘carrello’ poco visibile contribuire all’insuccesso di un e-commerce.
Le tante sfaccettature della User Experience (UX)
Fatta questa premessa, e chiarito con il cliente che la riprogettazione del sito necessita di un tempo di gestazione, oltre che di uno studio preventivo degli obiettivi, non ci resta che concentrarci sul concetto di usabilità e, soprattutto, sulle varie sfaccettature dell’user experience.
Innanzi tutto, fondamentale sarà trovare un equilibrio tra gli obiettivi di business e il contesto, le esigenze degli utenti, i loro comportamenti e i contenuti.
Partendo da questi concetti di base, per sviluppare un sito che colga ogni sfaccettatura della user experience, bisognerà considerare altri aspetti che ci faranno andare ben oltre alla facilità con la quale le persone riescono a raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati nell’interazione con un sito, per entrare nell’ambito della percezione, da parte degli utenti, di questa interazione.
Se partiamo dal presupposto che l’obiettivo principale della UX, proprio come per l’inbound marketing, sia garantire che gli utenti trovino contenuti di valore, dobbiamo parlare della struttura a nido d’ape rappresentata da Peter Morville, chiamata HoneyComb, dove i contenuti verranno strutturati in questo modo:
- Utile: dobbiamo avere il coraggio di chiederci se i nostri prodotti e servizi siano utili agli utenti, e la creatività per applicare la nostra conoscenza nella definizione di soluzioni innovative alle loro necessità.
- Utilizzabile: la facilità d’uso rimane vitale, e tuttavia i metodi e le prospettive di interazione uomo-computer non affrontano tutte le dimensioni e la complessità del web design. In breve, l’usabilità è necessaria ma non sufficiente.
- Desiderabile: la nostra ricerca di efficienza non deve mai perdere di vista l’importanza e il valore dato dall’immagine, dall’identità, dalla percezione del brand, e da tutti quegli elementi di design emozionale fondamentali all’interno di un sito web.
- Trovabile: dobbiamo sforzarci di progettare siti web facilmente navigabili, così che gli utenti possano trovare ciò di cui hanno bisogno.
- Accessibile: proprio come i nostri edifici hanno ascensori e rampe, i nostri siti web dovrebbero essere accessibili alle persone con disabilità. Se non vogliamo considerarla ‘solo’ una questione di etica, vediamola in termini di estensione del business.
- Credibile: ci sono elementi di web design che influenzano gli utenti e fanno percepire loro la credibilità (o meno) di un sito web.
- Prezioso: i nostri siti devono fornire valore ai nostri visitatori e contribuire a migliorare la soddisfazione del cliente.
Inutile sottolineare che questa struttura a nido d’ape colpisce per il suo perfetto allineamento ai concetti cari all’inbound marketing, offrendo in aggiunta la possibilità di fare qualche considerazione più mirata sulle effettive priorità nella riprogettazione di un sito.
È più importante, per il tuo sito web, essere desiderabile o accessibile? Utilizzabile o credibile? E a questo punto si ritorna all’equilibrio tra contesto, contenuto e utenti.
User Experience e Inbound marketing: due prospettive con lo stesso orizzonte
Quali sono gli obiettivi di una buona UX?
- Efficacia, intesa come utilità e capacità di un utente di raggiungere l’obiettivo che si è prefissato
- Efficienza, intesa come velocità di raggiungimento
- Soddisfazione d’uso, intesa come esperienza d’uso piacevole
Potrebbero essere gli stessi, ad esempio, di una landing page ottimizzata? Credo proprio di si.
Se ne deduce che la fase di definizione della strategia diventa uno dei passi più importanti, e spesso trascurati, della riprogettazione di un sito web. Non solo in termini di riposizionamento dei contenuti, ma di organizzazione in base ad una logica che vuole costruire un vero e proprio percorso per gli utenti, intuitivo dal punto di vita dell’interazione ed efficace in termini di metodologia inbound.
Anche i punti da definire coincidono:
- benchmark chiari
- obiettivi realistici
- brand e target (personas)
- concorrenza e mercato
- inventario dei contenuti
L’obiettivo sarà quello di identificare i bisogni, l’utilizzo e le aspettative delle persone per definire i requisiti del contenuto o del percorso finale.
Identificarsi con i potenziali utilizzatori del nostro sito, interpretando nel modo più efficace possibile la domanda che ogni visitatore si pone nella fruizione di un sito o un e-commerce ‘Cosa puoi fare per me?’, introduce il concetto di utilità del sito, che da vetrina diventa strumento.
Valutare con attenzione la risposta a questa domanda può essere fondamentale per impostare una strategia che metta al centro l’usabilità finalizzata a raggiungere una buona user experience.
L’utente soddisfatto dell’esperienza di interazione con il tuo sito, tornerà a visitarti e racconterà la sua esperienza stimolando altre persone a visitarlo.
Non ti sembra un buon motivo per rivedere il tuo sito, e i suoi contenuti, attraverso le lenti della User Experience?
Se avete qualche riflessione da aggiungere, condividetela nei commenti!
Crediti immagine: Unsplash – Padurariu Alexandru
Maria Cristina, non avevo letto questo tuo articolo E’ VERAMENTE INTERESSANTE!
Leggere dagli altri ciò che si fa nel proprio lavoro aiuta moltissimo. Se ci sei troppo dentro, a volte, non vedi cosa hai trascurato o che errori hai commesso e questo post mi ha dato modo di riflettere attentamente ad alcune decisione prese ma da rivedere.
Grazie
Grazie Giulia, mi fa pacere che ti sia piaciuto. Ne scriverò ancora!
Complimenti, ottimo post. Sto lavorando ad un progetto di architettura dell’informazione per un sito web strumento di una strategia dì inbound. Sto cercando di capire meglio l’equilibrio che è più opportuno creare tra comprensione e conversione. Mi spiego: un contenuto può essere molto performante in termini di conversione ma poco in termini di comprensione e viceversa. E ho l’impressione che a volte si sacrifichi il lavoro necessario per rendere un sito usabile, facile da esplorare perché tanto l’importante è che converta, come se tutti i siti web debbano diventare dei checkout di Amazon. Per fare un esempio HubSpot offre pattern efficaci che rendono i siti tutti uguali. Tutti uguali. Mi farebbe piacere sapere come la pensi a riguardo. Grazie
Complimenti, ottimo commento. Concordo quasi su tutto, e mi piacerebbe confrontarmi, sul quasi. Perché ho come l’impressione che sia effettivamente arrivato il momento di fare un nuovo passo avanti. Parliamo di concetti espressi 4 anni fa, poi ci siamo effettivamente adagiati su strategie standardizzate che ci hanno spesso manlevato dall’eterna diatriba con il cliente: la sua necessità di far ‘lavorare’ il sito. Come un commerciale, come un membro del team. Ci siamo anche riusciti, a discapito probabilmente della ‘comprensione’, come la chiami tu, o della vision strategica, come la vedo io. Viviamo ancora in una stagione in cui, tante realtà non si immaginano cosa effettivamente riesce a convertire un sito, lo intuiscono e, oggi, ambiscono alla conversione.
Sta a noi, evidentemente, portare tutta questa uniformità al livello successivo. Urge un confronto.
cristinapizzato@gmail.com